Il sostituto procuratore di Verbania, Fabrizio Argentieri, ha richiesto una condanna a 8 mesi per Marco Sacco, chef del ristorante stellato “Piccolo lago”, e per Raffaella Marchetti, responsabile del ristorante. I due sono accusati di lesioni personali e commercio di sostanze alimentari nocive a seguito di un’avvelenamento causato dalle vongole servite durante un banchetto nuziale. Circa cinquanta persone, tra invitati e sposi, avevano riportato sintomi di intossicazione alimentare come nausea, vomito e diarrea, con alcuni che avevano richiesto cure in ospedale. La denuncia era stata presentata ai carabinieri che, attraverso gli esami dell’Asl Vco, avevano accertato che la causa di tali malori era il norovirus presente nelle vongole.
Al processo, circa cinquanta degli invitati si sono costituiti parte civile e hanno richiesto un risarcimento totale di circa 100mila euro, includendo il rimborso dei costi sostenuti per il banchetto, danni al matrimonio e lesioni personali. La difesa degli imputati ha chiesto l’assoluzione, sottolineando che il cibo servito durante il banchetto era già stato contaminato dal produttore, come dimostrato dalla presenza di norovirus in una confezione di vongole sigillata.
Ora, la decisione finale spetta alla giudice Beatrice Alesci, che ha aggiornato l’udienza al 23 febbraio per le repliche e la pronuncia della sentenza.
H2: I dettagli dell’avvelenamento alimentare e le richieste di risarcimento
Durante il banchetto nuziale tenutosi a luglio 2021 presso il ristorante “Piccolo lago”, una cinquantina di persone ha riportato sintomi di intossicazione alimentare dopo aver consumato le vongole servite crude con il risotto. I sintomi includono nausea, vomito e diarrea, con alcuni che hanno avuto bisogno di cure mediche in ospedale. Il problema è stato identificato come un’intossicazione da norovirus, una comune causa di gastroenterite, ed è stato attribuito alle vongole servite durante il banchetto.
Circa cinquanta invitati, compresi gli sposi, si sono costituiti parte civile nel processo e hanno richiesto un risarcimento totale di circa 100mila euro. Le richieste includono il rimborso dei costi sostenuti per il banchetto, i danni subiti a causa del matrimonio rovinato e le lesioni personali causate dall’intossicazione alimentare. I richiedenti si basano sulla responsabilità del ristorante e del suo chef per aver servito cibo contaminato, mettendo a rischio la salute dei loro ospiti.
Dall’altra parte, la difesa ha negato le accuse e ha affermato che il cibo era già stato contaminato dal produttore, come dimostrato dalla presenza di norovirus in una confezione di vongole sigillata. Secondo la difesa, il ristorante non avrebbe avuto modo di sapere della contaminazione in anticipo e avrebbe seguito tutte le precauzioni necessarie per garantire la salubrità del cibo servito.
Ora, spetta alla giudice Beatrice Alesci decidere l’esito del processo. L’udienza è stata aggiornata al 23 febbraio, quando sia la difesa che gli imputati potranno offrire le loro repliche. Sarà quindi emessa la decisione finale sulla questione del risarcimento e sulla colpevolezza degli imputati. In attesa della decisione, sia gli invitati che gli imputati rimangono in attesa di una conclusione a questa vicenda che ha rovinato un momento importante nella vita degli sposi e degli invitati.