La procura di Milano ha avviato un’indagine riguardante il caso del pandoro Balocco griffato Chiara Ferragni. Al momento, non ci sono elementi costituenti reato e non ci sono sospetti o ipotesi di reato. Il procuratore aggiunto Eugenio Fusco sarà responsabile dell’indagine e successivamente i documenti saranno inviati alla procura competente, quella di Cuneo, dove l’azienda dolciaria ha sede.
L’apertura del fascicolo è stata motivata dalla presentazione di 104 denunce da parte del Codacons e dell’Assourt, associazione degli utenti radiotelevisivi. Secondo il testo presentato, la campagna promozionale del pandoro griffato Ferragni sarebbe stata basata su informazioni false. Infatti, si sostiene che i messaggi veicolati al pubblico per promuovere l’iniziativa benefica associavano le vendite del pandoro alla raccolta di fondi destinati alla donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino, quando in realtà la donazione era stata effettuata mesi prima dell’inizio delle vendite del pandoro stesso.
Nel frattempo, l’Antitrust ha già multato la Balocco e due società collegate a Chiara Ferragni per pubblicità ingannevole. Inoltre, grazie a un’indagine condotta dalla giornalista Selvaggia Lucarelli, è emerso un nuovo aspetto riguardante la beneficenza legata alle uova di Pasqua di Dolci Preziosi, sempre con l’immagine di Ferragni.
L’apertura del fascicolo d’indagine da parte della procura di Milano ha alimentato la polemica intorno al pandoro griffato Chiara Ferragni. Mentre i sostenitori della campagna benefica promossa dalla celebre influencer rimangono convinti della bontà dell’iniziativa, i detrattori sollevano dubbi sulla veridicità delle informazioni trasmesse al pubblico.
La multa inflitta dall’Antitrust alla Balocco e alle due società collegate a Chiara Ferragni per pubblicità ingannevole conferma le accuse mosse contro di loro. Tuttavia, sarà compito della procura di Milano accertare se effettivamente sia stato commesso un reato o se si sia trattato semplicemente di una mancanza di trasparenza nella comunicazione della campagna pubblicitaria.
L’indagine condotta dalla giornalista Selvaggia Lucarelli ha sollevato anche dubbi sulla beneficenza relativa alle uova di Pasqua di Dolci Preziosi, che ricordavano l’immagine di Chiara Ferragni. Secondo quanto emerso, anche in questo caso si sarebbe utilizzata una strategia di comunicazione ingannevole per incentivare le vendite dei prodotti.
La questione della beneficenza associata a personaggi famosi è sempre molto delicata. Spesso i brand si servono dell’immagine positiva degli influencer e dei personaggi popolari per promuovere le loro iniziative, ma è fondamentale che le informazioni trasmesse al pubblico siano trasparenti e veritiere. L’apertura del fascicolo d’indagine evidenzia la necessità di un controllo accurato su queste pratiche per garantire la tutela dei consumatori e la corretta gestione dei fondi destinati alle opere di beneficenza.
In conclusione, l’apertura del fascicolo da parte della procura di Milano riguardante il caso del pandoro Balocco griffato Chiara Ferragni ridisegna l’attenzione sulla campagna promozionale e solleva dubbi sulla veridicità delle informazioni trasmesse al pubblico. Sarà compito della giustizia fare luce su questa vicenda e stabilire se siano state effettivamente commesse delle irregolarità nella comunicazione delle iniziative benefiche.