Dom. Dic 8th, 2024

Il processo riguardante il vasto giro di droga, con carichi gettati in mare, ha preso avvio davanti ai giudici. La difesa, rappresentata dall’avvocato Raimondo Tripodo, ha sollevato una serie di eccezioni chiedendo la dichiarazione di inutilizzabilità di alcuni atti a causa di un vizio procedurale nella fase delle indagini. I giudici si riservano di decidere e aggiornano l’udienza al 23 gennaio.

Il processo scaturito dall’inchiesta “Fish and drug”, sul vasto giro di spaccio di droga che sarebbe stato organizzato in provincia di Agrigento con carichi di hashish nascosti nei fondali tra Porto Empedocle e Lampedusa, è iniziato davanti al collegio presieduto dal giudice Wilma Angela Mazzara. Gli imputati, ben 30 in totale, comprendono individui provenienti da diverse località.

La lista dei 30 imputati è composta da persone come Michele Lo Nigro di Agrigento, Gaetano Volpe di Porto Empedocle, Mohamed El Emary Ahmed Saad originario dell’Egitto, Gerlando Fiore di Porto Empedocle, Salvatore Incardona di Palma, Giovanni Terrana di Agrigento, Riccardo Volpe di Realmonte, Giovanni Pirrera di Favara, Camillo Attardo di Favara, Giuseppina Diana di Porto Empedocle, Luigi Fiore di Realmonte, Angela Volpe di Realmonte, Stefano Sacco di Porto Empedocle, Gerlando Fiore di Realmonte, Vincenzo Bellomo di Agrigento, Giacomino Gazzitano di Agrigento, Francesco Salemi di Porto Empedocle, Calogero Salemi di Porto Empedocle, Fabirama Thior originario del Senegal e residente a Porto Empedocle, Salvatore Mantione di Canicattì, Salvatore Volpe di Agrigento, Claudio Meli di Agrigento, Cristian Terrana di Raffadali, Salvatore Papia di Favara, Vincenzo Fallea di Agrigento, Carmelo Colombo di Porto Empedocle, Calogero Colombo di Porto Empedocle, Sergio Farruggia di Porto Empedocle e Tiziana Messina di Porto Empedocle.

La strategia processuale del giudizio abbreviato è stata scelta da 9 imputati, aggiungendo ulteriore complessità al procedimento.

L’inchiesta, condotta sul campo dalla squadra mobile e dai poliziotti del commissariato di Porto Empedocle, ha ipotizzato l’esistenza di un giro di droga, forse legato a uno spaccio internazionale, con i carichi di hashish che venivano gettati in mare. Successivamente, attraverso la pesca a strascico, i carichi venivano recuperati e poi smerciati nelle piazze di Agrigento, Porto Empedocle e altri centri della provincia. Questo vasto giro di droga, in particolare hashish, nascosto sui fondali marini di Porto Empedocle e Lampedusa, sembra avesse come punto di approdo il capoluogo e diversi centri della provincia.

Conosciuta come operazione “Fish and drug”, l’indagine ha portato all’esecuzione di 17 misure cautelari a seguito del suo avvio il 24 ottobre dello scorso anno.

Durante il processo, l’avvocato Raimondo Tripodo, membro della difesa degli imputati, ha sollevato una serie di eccezioni relative a un presunto vizio procedurale nella fase delle indagini. Queste eccezioni riguardano l’utilizzabilità di determinati atti nel corso del processo. I giudici sono stati riservati sulla questione e l’udienza è stata aggiornata al 23 gennaio per consentire una valutazione più approfondita.

Pertanto, si dovrà attendere la decisione dei giudici riguardo alla validità degli atti sollevati dalla difesa, che potrebbero influenzare l’andamento del processo.

Secondo l’inchiesta “Fish and drug”, la provincia di Agrigento è stata teatro di un vasto giro di droga, con il coinvolgimento di diverse persone. Carichi di hashish venivano nascosti nei fondali marini tra Porto Empedocle e Lampedusa, per poi essere recuperati e distribuiti nelle piazze di Agrigento, Porto Empedocle e altri centri. L’operazione sarebbe stata gestita da un possibile canale di spaccio internazionale.

La droga, principalmente hashish, veniva gettata in mare e successivamente recuperata attraverso la pesca a strascico da parte dei membri dell’organizzazione. I carichi di droga venivano poi smerciati sul territorio, alimentando il mercato illegale nella provincia di Agrigento.

Il fatto che uno degli imputati sia originario dell’Egitto e un altro del Senegal, suggerisce una possibile connessione internazionale nell’organizzazione del giro di droga. Ciò potrebbe indicare che l’hashish recuperato tramite pesca a strascico veniva poi distribuito anche all’estero. L’indagine ha rilevato una presunta rete di spaccio che coinvolgeva diversi paesi.

Questa dimensione internazionale non solo conferisce un’ulteriore gravità al crimine, ma rende anche più complessa l’indagine e il processo giudiziario.

In conclusione, il processo riguardante il vasto giro di droga, con carichi gettati in mare, ha preso avvio e coinvolge 30 imputati. La difesa ha sollevato delle eccezioni riguardanti la validità di alcuni atti del procedimento, e i giudici si riservano di decidere in merito. La dimensione internazionale dell’operazione “Fish and drug” suggerisce un coinvolgimento di diversi paesi nella rete di spaccio di droga. Tuttavia, rimane ancora da stabilire se gli atti sollevati dalla difesa influenzeranno il corso del processo e l’esito finale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *